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Il n y a plus que la Patagonie, la Patagonie qui convienne à mon immense tristesse  Blaise Cendrars
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La Patagonia
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 Fuori dai percorsi battuti del turismo di massa 


INTRODUZIONE

Non facciamoci illusioni. La Patagonia degli spazi infiniti, la Patagonia romantica dei viaggiatori non esiste più. Il “Corralito” è lo spartiacque di questa nuova realtà del viaggio, come lo era stato un tempo il ponte sul Rio de las Vueltas per gli alpinisti. Prima della crisi dell’economia argentina del 2001, nessuno se non avventurieri incalliti in possesso delle necessarie risorse, oppure velisti arditi interessati solo a circumnavigare capo Horn, alpinisti, uomini in cerca di un posto dove fuggire, avrebbe considerato la Patagonia come una terra da esplorare. Gli expat che vivevano con pochi soldi e tante donne non erano interessati a un luogo freddo e inospitale come la Patagonia; i viaggiatori che vivevano i mesi invernali sui risicati risparmi messi via il resto dell’anno non prendevano neanche in considerazione un posto come quello. Gli spostamenti erano precari, i posti per dormire rari e cari. Dopo che la crisi del 2001 aveva buttato giù il peso argentino da uno a uno a un terzo sul dollaro, molti investitori domestici avevano dato uno sguardo al di là di Mar del Plata e avevano fiutato nella Patagonia un nuovo Eldorado. Avevano ragione. Il governo argentino con a capo un uomo che veniva dal sud australe si era dato da fare con progetti di asfaltare strade come la 40, fino allora lasciate in balia del vento. Cominciarono a nascere i primi ostelli; gli alberghi si moltiplicarono e da Retiro le compagnie di trasporto cominciarono a offrire sempre più corse con bus sempre più sofisticati destinati al sud australe. La Patagonia con i suoi ghiacci perenni e parchi incontaminati cominciò a far breccia su una schiera di viaggiatori che fino allora avevano fatto la fortuna dell’Australia e della Nuova Zelanda. I prezzi si abbassavano sempre più e una flotta di turisti scivolò giù dai paradisi più a nord dove andavano a svernare.

La Patagonia che mi trovai davanti io era dunque una terra più facile da raggiungere ma maledettamente più difficile da viaggiare, se per viaggiare si intende fuori dai percorsi battuti dalle masse. Gli spazi non sono più così vasti e inesplorati e sui percorsi dei trekking ci potremmo trovare nelle condizioni di metterci in coda. Tranquilli, non è ancora il caso di mettere i semafori.

La Patagonia di Chatwin, quella delle distese infinite, dei gauchos che ti invitano a casa e dei fiumi impetuosi, c’è ancora. Bisogna solo sapersela andare a trovare.

In questa pagina vorrei proporre alcune idee per viaggiare la Patagonia fuori dai percorsi battuti dai bus di linea e punteggiati dagli ostelli dove si deve far la coda per andare in bagno. 

(segue)

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